Arrivavano a casa i volumi delle edizioni di Comunità, non so se in abbonamento o un omaggio di qualcuno a mio padre.

Me ne impossessai e fu il compiersi di una iniziazione.

Ricordo come mi piacque "Profeti di ieri" con le grandi fotografie dei grandi filosofi dell'otto e novecento.

Alcuni libri snelli, in azzurro, firmati Kierkegaard.

E la molle copertina scivolosa di "Significato e fine della storia", di Karl Löwith, compulsato con appassionato interesse.

Mi nascondevo dietro quei libri per non sentire la sofferenza, per non vedere come ero trascurata, osteggiata,  incompresa sempre e per principio, per non vedere come attorno a me si svolgesse sempre, in ogni secondo, la silenziosa battaglia dell'odio di una donna per me, che potesse distruggermi in qualche modo, in qualsiasi modo.

Ho decido di scrivere a fondo quello che vivevo e quindi a costo di sembrare inattendibile, lo faccio davvero.



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