Una lampada stile anni cinquanta. Sta sul mio scrittoio. E' la stessa alla cui luce mia madre correggeva i compiti molti decenni fa.
Destino.
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Arrivavano a casa i volumi delle edizioni di Comunità, non so se in abbonamento o un omaggio di qualcuno a mio padre. Me ne impossessai e fu il compiersi di una iniziazione. Ricordo come mi piacque "Profeti di ieri" con le grandi fotografie dei grandi filosofi dell'otto e novecento. Alcuni libri snelli, in azzurro, firmati Kierkegaard. E la molle copertina scivolosa di "Significato e fine della storia", di Karl Löwith, compulsato con appassionato interesse. Mi nascondevo dietro quei libri per non sentire la sofferenza, per non vedere come ero trascurata, osteggiata, incompresa sempre e per principio, per non vedere come attorno a me si svolgesse sempre, in ogni secondo, la silenziosa battaglia dell'odio di una donna per me, che potesse distruggermi in qualche modo, in qualsiasi modo. Ho decido di scrivere a fondo quello che vivevo e quindi a costo di sembrare inattendibile, lo faccio davvero.
E' un vecchio blog di cui riutilizzo il titolo. In realtà si doveva intitolare PEZZI. Tante cose non dette, tante cose non spiegate. Tutti pezzi di una vita che vengono a galla. Il gusto dir accoglierli e metterli per iscritto.
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