Avevo uno scialle rosso, a rete, molto grande.

Lo aveva fatto una mia zia per me.

Era il simbolo della mia libertà.

Me ne avvolgevo la sera.

Lo portavo con me in viaggio, quando sortivo clandestinamente dal collegio dove studiavo.

Era il vermiglio della mia vita confusa, avida di felicità e compressa dal tormento di una famiglia che non mi amava.


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