Costruirsi una immagine eroica di sé, è quello che fa Ifigenia aderendo al sacrificio imposto dal padre. E' quello che facevo anche io costruendo di me un'immagine eroica, sprezzante delle vessazioni, fingevo di essere forte e normale, volevo vivere ed imporre la mia personalità. Naturalmente tutto questo era una recita che io credevo autentica, mentre dentro le ferite si scavavano e avrebbero sanguinato per sempre.
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Visualizzazione dei post da giugno, 2022
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Stasera vorrei parlare con Ursula nella vecchia casa dello sdrucciolo de Pitti. Era sera e per uno di quei casi rari della vita mi sembravano sospese le regole e gli influssi delle circostanze delle stelle familiari che influivano su di me. Era semplicemente una sera di una vita di una antica città che viveva. Ed io vivevo con essa.
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Arrivavano a casa i volumi delle edizioni di Comunità, non so se in abbonamento o un omaggio di qualcuno a mio padre. Me ne impossessai e fu il compiersi di una iniziazione. Ricordo come mi piacque "Profeti di ieri" con le grandi fotografie dei grandi filosofi dell'otto e novecento. Alcuni libri snelli, in azzurro, firmati Kierkegaard. E la molle copertina scivolosa di "Significato e fine della storia", di Karl Löwith, compulsato con appassionato interesse. Mi nascondevo dietro quei libri per non sentire la sofferenza, per non vedere come ero trascurata, osteggiata, incompresa sempre e per principio, per non vedere come attorno a me si svolgesse sempre, in ogni secondo, la silenziosa battaglia dell'odio di una donna per me, che potesse distruggermi in qualche modo, in qualsiasi modo. Ho decido di scrivere a fondo quello che vivevo e quindi a costo di sembrare inattendibile, lo faccio davvero.